domenica 27 dicembre 2015

MOYOCO ANNO


Nata il 26 marzo 1971 a Tokyo, debutta professionalmente su una rivista nel 1989, quando ancora frequenta la terza superiore, ma è solo nel 1994 che viene pubblicato il suo primo volume: Chokanden Shojo Mona (“Mona, la ragazza dalla superscossa elettrica”). Nel luglio del 1995, sulle pagine della rivista Feel Young, dà inizio al manga Happy Mania, che nel luglio 1998 diviene uno sceneggiato televisivo trasmesso dall'emittente Fuji TV. Oltre a shojo a tematiche sentimentali e indirizzati ad adolescenti, realizza anche fumetti fantascientifici come Babe-G e Patrol QT, favole alternative come Tundra Blu Eyes, western atipici come Buffalo 5 Musume (“Buffalo 5 girls”) e le storie brevi contenute in Chamaleon Army. Nel 1998 illustra la versione giapponese del romanzo Chasing Amy, adattamento del film statunitense del regista Kevin Smith. È una delle migliori rappresentanti della nuova generazione di autrici e spesso realizza ladies manga per lettrici sopra i venti anni.
Artista eclettica, sa anche essere garbatamente provocatoria, nel manga Hana to Mitsubachi (“Fiori e api”) suggerisce che siano gli uomini a doversi fare belli con trucchi e cure di bellezza per conquistare le donne, e non viceversa.
Nonostante questo, con gli anni si è specializzata in illustrazioni e manga che affrontano il mondo della cosmesi e della moda, non solo sottolineando dei trend ma creandone a propria volta. 

lunedì 14 dicembre 2015

HIMIKO & MATSUMOTO


Il disegno di questo post, dallo sketch all'immagine finita e colorata ha reso vita nella realtà. In Giappone, il disegnatore Leiji Matsumoto, creatore di manga fantascientifici come Capitan Harlock e La corazzata spaziale Yamato, qualche anno fa è stato chiamato a progettare un'avveniristica imbarcazione destinata a percorrere il fiume Sumida, che attraversa Tokyo. Tale battello è stato battezzato Himiko, dal nome della regina/sacerdotessa a capo del regno di Yamato nel terzo secolo, può portare 171 passeggeri e ha l'aspetto di una sorta di avveniristico sommergibile che si muove a pelo d'acqua, con una struttura in acciaio e vetro che permette una visione a 360 gradi di tutto ciò che vi è all'esterno. Di notte, la sua particolare illuminazione lo rende ancor più affascinante. Il futuro è già qui.

lunedì 7 dicembre 2015

ICARO, TANIGUCHI & MOEBIUS



Le immagini di questo post sono lo schizzo originario e la cover definitiva di Icaro, un manga non molto noto (ma pubblicato in Italia, da Coconino), un esperimento di portata internazionale purtroppo penalizzato dal fatto di essere rimasto incompiuto, o quantomeno terminato frettolosamente per dargli una parvenza di finale. Un volume che porta la firma di due delle più splendenti stelle del firmamento fumettistico: Moebius (ai testi) e Jiro Taniguchi (ai disegni). Tra l’altro, ho un personale legame sentimentale con quella storia. Ritengo, infatti, di essere stato il primo uomo al mondo a visionarne le tavole iniziali. Un fatto dovuto al caso. Durante uno dei miei primi viaggi in Giappone (se non ricordo male era il 1997), avevo chiesto a Kodansha di poter incontrare Jiro Taniguchi, autore ancora sconosciuto in Europa ma da me già apprezzato, soprattutto per il suo “L’uomo che cammina”. Taniguchi accettò e mi diede appuntamento in un bar di Tokyo. Aveva con sé una grande cartelletta dalla quale estrasse, con somma gioia delle mie pupille, alcune tavole a matita di una nuova storia che stava portando alla redazione del settimanale Comic Morning per mostrargliele. Erano le prime pagine di Icaro e tra loro spiccava una spettacolare doppia tavola con vista dall’alto di Tokyo. Mi venne spiegato che si trattava di una storia scritta da Moebius, aumentando così il mio entusiasmo. In quegli anni la rivista Morning, grazie al suo direttore Yoshiyuki Kurihara e a un manipolo di redattori (tra cui il bravissimo Tsutsumi) conduceva un esperimento unico per il Giappone, ospitando artisti da tutto il mondo, cosa davvero inusuale per un mercato decisamente restio ad accettare gaijin (“stranieri”). Infatti, le vendite calarono e Morning cambiò rotta chiudendo le porte agli stranieri. Secondo quanto raccontato da Igort (artista italiano che partecipò a quella avventura) Icaro venne interrotto per questo motivo. Inoltre racconta sempre Igort, “tempo dopo, la Coconino (casa editrice di Igort, ndr) organizzò un meeting a Parigi tra Taniguchi e Moebius. Era presente anche il nuovo editor di Taniguchi della Shogakukan. L’editor era disponibile nel caso l’autore volesse. Si parlò di riprendere il progetto e di ultimarlo, ma ebbi la percezione che Taniguchi avesse altre priorità.” Secondo la mia esperienza si trattò di una risposta evasiva, tipica dei giapponesi, per non sembrare maleducati. Non credo che Taniguchi volesse proseguire e non credo che volesse farlo nessun editor giapponese. Avevo infatti parlato con diversi editor Kodansha e tutti erano molto infastiditi dai ritardi nelle consegne di Moebius. Poiché non concepivano alcuno spostamento delle deadline, figuriamoci se potevano accettare attese di molti mesi. Il romantico concetto di artista sregolato potrà essere apprezzato nelle boulevard parigine, ma certo non lo è negli uffici editoriali di Tokyo, dove da quel momento Moebius non fu più ben visto.